Elezioni Roma, la risposta di Corrado alle 10 domande per i candidati Sindaco

Tutte le ultime notizie

Dall'ufficio Stampa di Codici

Elezioni Roma, la risposta di Corrado alle 10 domande per i candidati Sindaco

Elezioni Roma, la risposta di Corrado alle 10 domande per i candidati Sindaco

In merito alle dieci domande poste ai candidati Sindaco di Roma, pubblichiamo di seguito la risposta fornita da Margherita Corrado, candidata con la lista civica Attiva Roma.

Di seguito domande e risposte.

1. Legalità e usura

L’Associazione Codici, già associazione Antiracket e Antiusura, è parte civile nei più importanti processi con la presenza di organizzazioni di tipo mafioso sul territorio capitolino (Gramigna, Gramigna bis, clan Gambacurta). Nei processi, però, non si sono costituite parti civili le vittime dei reati, che non hanno presentato nemmeno denuncia, confermando una tendenza che ha preso l’avvio ormai più di una decina di anni fa e che, secondo Codici, trova fondamento nello smantellamento del sistema associativo di sostegno alle vittime del racket e dell’usura, e nella sfiducia nelle istituzioni e nei meccanismi di solidarietà. Il ruolo di Roma Capitale diventa determinante. Come intende, se effettivamente intende rilanciare, il sistema associativo e le misure preventive di contrasto al fenomeno dell’usura e del racket?

Ho firmato, per conto di “Attiva Roma”, il decalogo proposto a tutti i candidati a Sindaco (ma sottoscritto, in verità, da ben pochi fra noi) dalle associazioni daSud e Avviso pubblico, che prevede anche, al punto n. 5, la creazione di uno Sportello Antiracket. Nelle interviste rilasciate in questi giorni, ho indicato quest’ultima iniziativa fra le tre che assumerei per prime, se fossi votata alla guida del Campidoglio, in omaggio ai 3 capisaldi della nostra campagna: CULTURA, LEGALITA’ SOSTENIBILITA’. La ritengo utile, infatti, ma anche emblematica di una reale presa di coscienza dei problemi di Roma in tema di infiltrazione delle mafie e delle associazioni criminali in genere nel corpo sociale: estorsioni e usura devono allarmarci particolarmente, perché aprono la strada alla sostituzione del tessuto economico sano con quello ‘infettato’ dal malaffare. Anche per l’usura, dunque, farei una proposta analoga. La Relazione sul 2° semestre 2020 pubblicata dalla DIA qualche giorno fa conferma, del resto, sia il ruolo di Roma (e del Lazio) come snodo, per la sua centralità anche geografica, sia la natura di laboratorio criminale in cui si sperimenta la convivenza ‘pacifica’ tra mafie nazionali e straniere nell’ottica della disponibilità, per tutti, di profitti potenzialmente illimitati. Il rilancio del sistema associativo appare uno strumento valido per contrastare il fenomeno, non disgiunto da una capillare opera di informazione e formazione dei cittadini, che spetta allo Stato in tutte le sue declinazioni territoriali, dunque anche al super-Ente Roma Capitale, perché essi siano consapevoli dei rischi e della responsabilità individuali. La fiducia nello Stato, se coltivata e non contraddetta da comportamenti incoerenti, può essere un’arma risolutiva.

2. Rifiuti e Decoro

Lo scontro in atto tra Roma Capitale e Regione Lazio, e la mancata “leale collaborazione tra gli enti” (principio di derivazione di giurisprudenza costituzionale), sta innegabilmente incidendo in maniera significativa nella questione rifiuti. La raccolta differenziata stenta a decollare, la frazione umida non viene correttamente recuperata (colpa anche dei cittadini?). È un problema politico, di dover effettuare scelte che i cittadini avrebbero difficoltà ad accettare, o è una questione tecnica? Quale la via da intraprendere per risolvere un problema che “macchia” la reputazione della Capitale, che secondo alcuni tabloid internazionali è la città più sporca al mondo?

Riattivando l’ottimo progetto dall’ex assessore Pinuccia Montanari, come da delibera di Giunta 47/2017, è possibile diminuire sensibilmente la produzione di rifiuti con la raccolta differenziata spinta, porta a porta, che li separa per categorie, li avvia in appositi impianti e li reimmette sul mercato, riducendo al minimo ciò che va incenerito o portato a discarica, mentre tratta l’umido nei biodigestori. Il problema, dal quale deriva quel costo pro-capite di ca. 300 euro annui sulla posta di bilancio denominata “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio” che dà a Roma Capitale un assai poco invidiabile primato nazionale di spesa, va affrontato in modo strutturale e organico. È indispensabile, perciò, che AMA si doti degli impianti per il trattamento delle diverse tipologie di rifiuti che le consentiranno di chiudere il ciclo.

3. Verde Pubblico

A proposito di decoro, un riferimento all’ambiente ed al verde della capitale. Come pensa di rispondere alle denunce di degrado e di abbandono degli spazi verdi della città? Ed è possibile pensare a nuovi parchi e giardini, invece di nuovi palazzi e costruzioni?

Il “Regolamento Capitolino del verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma Capitale”, passato in Assemblea Capitolina a marzo 2021, è in vigore da maggio 2021: si tratta ora di attuarlo, anche per valutare eventuali integrazioni e correzioni. L’impegno per la salvaguardia del verde urbano, in specie delle alberature storiche e di quelle di pregio (l’elenco di queste ultime a Roma non esiste ancora), sarà certamente prioritario per la nuova Amministrazione. Dopo i tagli di migliaia di alberi non reimpiantati (anche perché manca un vivaio comunale ad hoc), la sfida di domani è restituire personale e professionalità adeguati al Servizio Giardini, assai decaduto, e, urgenza assoluta, contrastare la ‘cocciniglia tartaruga’ che minaccia i pini, identificativi del paesaggio di Roma e dunque da tutelare. Si stima occorrano 5/10 milioni di euro per trattare con l’endoterapia quelli di proprietà comunale ma serve anche una campagna di informazione e misure per sostenere i privati. Incrementare gli spazi a verde è dunque importante, poiché a Roma il consumo di suolo è di 3 mq al minuto, tanto quanto saper gestire quelli esistenti, fronteggiando le difficoltà strutturali e temporanee ma anche migliorando costantemente le condizioni del patrimonio arboreo.

4. Vivibilità

L’Associazione Codici sta dando sostegno a numerosi comitati e associazioni di quartiere. Numerosi e popolosi quartieri (Quadraro, Pigneto, Prenestino-Villini Santa Maria, Mandrione) denunciano l’assenza di un sistema di raccolta delle acque nere (fogne) con la conseguenza che qualche centinaio di migliaia di cittadini sono costretti a sversare liquami direttamente nelle cavità (le cosiddette fungaie). Una città decorosa è una città dove ci sono almeno i servizi base. Anche in termini ambientali, il costo di tali disservizi è enorme, ma non immediatamente percepito, mentre i costi per mettere in sicurezza le cavità e realizzare il sistema fognario sono immediatamente percepibili e non sempre considerati come un investimento. Come intende affrontare la problematica?

I servizi pubblici essenziali, dunque obbligati, devono essere garantiti dall’Amministrazione a tutti i cittadini, senza indulgere all’inerzia né consentire che si incistino prassi indecorose. Il Campidoglio dovrà necessariamente investire per assicurare anche ai residenti dei quartieri citati una infrastrutturazione che assicuri condizioni di vita dignitose.

 

5. Municipalizzate

Torniamo alla questione rifiuti. Parlare di rifiuti significa parlare anche di Ama ed Ama richiama il tema delle municipalizzate. È possibile rilanciare queste società, facendole funzionare bene in modo da poter fornire ai cittadini un servizio efficiente e soddisfacente?

In coerenza con la citata delibera 17/2017, l’ex assessore Montanari aveva elaborato un piano industriale di AMA 2019-2023 che avrebbe consentito, a nostro avviso, un effettivo rilancio di questa che è una delle circa 30 partecipate societarie (o municipalizzate che dir si voglia) di Roma Capitale e dei servizi che dovrebbe rendere all’utenza: raccolta rifiuti, riscossione TARI, servizi cimiteriali ecc. Cosa si oppone al raggiungimento dell’obiettivo da tutti auspicato? Anche il fatto che, come rilevato dalla Corte dei Conti nella recente relazione sulla “Gestione dlele partecipate societarie di Roma Capitale”, in tema di ‘municipalizzate’ vige oggi una dannosa frammentazione, per la mancanza di un ufficio centralizzato, mentre sono ben 8 i soggetti/centrali di responsabilità amministrativa; inoltre, ogni ‘municipalizzata’ ha a sua volta dlele partecipazioni: quelle di AMA sono 10, tra cui la Fondazione amici del Teatro Brancaccio... Siamo di fronte ad un groviglio insensato ma pressoché inestricabile di interessi che, per usare un eufemismo, non sempre coincidono con quelli dei cittadini, utenti dei servizi pubblici essenziali che l’Amministrazione deve garantire.

 

6. Mobilità e Trasporti

Abbiamo parlato di municipalizzate e allora da Ama passiamo ad Atac. Autobus, metro, tram: in che modo pensa di rendere il trasporto con i mezzi pubblici un’alternativa valida e reale? Un’altra alternativa di cui negli ultimi tempi si discute molto è quella delle piste ciclabili. In diverse zone della città le carreggiate sono state ristrette per fare spazio a bici e monopattini, il cui uso, però non sembra decollare e, comunque, ci risulta limitato agli spostamenti quartierali, non andando ad incidere sul noto traffico pendolare. Senza contare che in tempi di Covid il trasporto pubblico non gode di buona reputazione per evitare il rischio contagi, costringendo i cittadini ad utilizzare il mezzo privato. La mobilità alternativa è una strada da percorrere, ma come pensa di trasformarla in una scelta vincente?

In tema di mobilità, per abbattere le emissioni climalteranti, come impone il PAESC firmato anche dal Sindaco di Roma, si deve ridurre il numero di veicoli alimentati da fonti fossili e favorire l’elettrico, l’ibrido, ecc. Entro il 2035, del resto, non sarà più consentita la circolazione di veicoli ‘tradizionali’. La riconversione è dunque un obbligo, ormai, ed è indispensabile che i servizi pubblici afferenti alla mobilità, diritto garantito dalla Costituzione, innanzi tutto restino tali, invece di essere messi sul mercato, come taluni auspicano. Vanno però incrementati (specie quelli su ferro) rendendoli razionali ed efficienti, oltre che capillari, per non trascurare le periferie. L’intermodalità è un’altra chiave per indurre i romani ad utilizzare di preferenza i mezzi pubblici, rinnovati nei termini detti sopra, , lasciando a casa l’auto propria. Pensiamo a servizi pubblici di qualità, dunque, ed una nostra ipotesi in tal senso riguarda specificamente i taxi, mentre rifuggiamo da proposte ingannevoli come quella che, agganciandosi alla cosiddetta mobilità dolce, promuove il GRA delle biciclette, esteso per 44 km, che in realtà non alleggerirebbe il traffico capitolino e men che meno realizzerebbe il sogno di Antonio Cederna ma è pensato come infrastruttura vera e propria, aperto ai veicoli elettrici (tutt’altro che sicuri), praticabile in doppio senso di marcia e soprattutto con facoltà di attraversamento nelle aree archeologiche, monumentali e nei parchi storici: un inganno, insomma, perché pensato non per i romani ma per quei flussi turistici famelici su modello pre-Covid che non speriamo di rivedere e fonte di alterazione degli ecosistemi delle aree verdi urbane e del suburbio.

 

7. Viabilità

Ai disagi di un servizio trasporti non impeccabile si aggiunge una viabilità non sempre ottimale a causa delle condizioni delle strade. Tra buche e voragini come pensa di migliorare la situazione?

Gli investimenti indispensabili per assicurare quella rivoluzione eco-sostenibile sopra descritta non possono che essere indirizzati anche alla rete stradale, per garantirne la sicurezza, in primis, e subito dopo il decoro. Non condividiamo, tuttavia, iniziative come il piano sanpietrini adottate nel centro storico a dispetto della tutela dell’UNESCO, dichiarata anche in ragione della specificità della pavimentazione storica con rivestimento in quadrelli di porfido. Dimostrano infatti scarsa sensibilità per i caratteri distintivi della Capitale: quelli che sono alla base della sua illimitata attrattività turistica. A forza di consentire ‘eccezioni’, l’agognata normalità, che spesso si sforza di imitare le altre capitali europee dimenticando la peculiarità di Roma, rischia di farne una città senza d’identità.

 

8. Multopoli Portonaccio

L’Associazione Codici è stata in prima linea nei contenziosi avviati contro le cosiddette multe di Via di Portonaccio (violazione della preferenziale), dando assistenza a circa 3mila utenti contestando oltre 9mila sanzioni. Il fenomeno è stato molto più ampio coinvolgendo più di 30mila cittadini con un numero esorbitante di sanzioni sollevate in poco più di 6 mesi (circa 400mila sanzioni). I ricorsi al Giudice di Pace e al Prefetto (circa 23mila), che sono stati sommersi, hanno visto accogliere le ragioni dei cittadini (circa 80% di accoglimento), anche se nei pochi appelli, il Tribunale di Roma sembra aver corretto in parte il tiro. Le entrate per Roma Capitale sono state enormi (81 euro a sanzione più oneri e accessori), ma gli esiti dei giudizi avrebbero dovuto suggerire una diversa soluzione, politica prima ancora che giudiziaria. Si può tornare indietro? Intervenire sui ricorsi ancora pendenti alla luce degli esiti dei precedenti giudiziari? Come evitare nuovamente situazioni del genere? A Viale Regina Margherita si è sviluppata una situazione analoga, seppur in forma più ridotta.

La sanzione è sempre un evento patologico, non può essere un prelievo stabile ma deve scoraggiare comportamenti dannosi x la collettività (in questo caso x la circolazione). Quando è così vasta e massiva c’è per forza un errore nella progettazione del comportamento da assumere: in futuro, dunque, ci vorranno tavoli di concertazione sulla mobilità per definirla insieme agli utenti; quanto all’accaduto, anche per evitare discriminazioni tra chi ha fatto ricorso e chi no, auspichiamo si apra un tavolo x definire, da parte dell’Amministrazione, una forma di ripensamento (mediante lo strumento dell’annullamento in autotutela), purché si trovino risorse alternative per compensare le voci iscritte a bilancio sulla base di quanto incassato.

 

9. Disabilità e Sociale

In che modo può essere realizzata quella che a parole suona come un’utopia? Pensiamo alle barriere architettoniche, che rendono impossibile la vita ai diversamente abili, ma anche agli spazi per promuovere la vita sociale e culturale, soprattutto delle periferie.

L’abbattimento delle barriere architettoniche è un’azione concreta di civiltà che deve essere realizzata ad ogni costo dall’Amministrazione: l’esclusione sociale che troppo spesso affligge i disabili, che li rende invisibili agli occhi del resto del corpo sociale, o ne alimenta la diffidenza nei confronti del diverso, trova infatti corrispondenza concreta nella limitazione di movimento imposta dalle suddette barriere. Ad essere limitato non è solo il diritto (costituzionalmente garantito) alla mobilità ma anche la possibilità di acquisire le abilità sociali utili ad evitare l’isolamento, ad alimentare la stime di sé, a sentirsi parte attiva della società senza identificarsi con un handicap cioè un peso, un ostacolo. Allo stesso modo, garantire spazi per la vita sociale e culturale nelle periferie significa salvare i residenti, tutti, dalla condanna all’isolamento e all’annichilimento.

 

10. Comune-consumatori

La casa dei cittadini, un palazzo di vetro: sono tanti gli slogan usati per assicurare la vicinanza del Campidoglio ai romani. Non sempre, però, questo si tramuta in fatti. Come pensa di impostare il rapporto del Comune con i cittadini? E per i consumatori, ha in programma un’iniziativa o un servizio particolare?

Il Campidoglio casa di vetro” è stato finora un mero slogan, soprattutto per la perdurante difficoltà di accedere alle informazioni sulle decisioni della Giunta e dell’Assemblea, tutt’altro che agevolmente reperibili sul sito del Comune prima della pubblicazione sull’albo. Eppure, il super-Ente che nel 2013 si è dato il nome di Roma Capitale per sottolineare il proprio ruolo a livello nazionale, comunque compatibile con il fatto di essere anche un ente locale, articolato in 15 Municipi, e metropolitano, con 121 Comuni, è chiamato espressamente ad offrire servizi di qualità a tutti cittadini: un processo in cui la trasparenza degli atti, a nostro avviso, deve essere garantita ad ogni costo, segnando una netta discontinuità con il passato. Nella stessa ottica, proponiamo la creazione di uno Sportello dei Consumatori, gestito da personale capitolino e delle associazioni di settore, che offra, municipio per municipio, consulenza e consiglio a coloro che ne facciano richiesta, con una speciale attenzione alle problematiche delle persone fragili (disabili, anziani, ammalati).