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Dall'ufficio Stampa di Codici

Centro Italia, case di riposo: solo il 7% è in regola

Centro Italia, case di riposo: solo il 7% è in regola

Deroghe ai requisiti, chiusure annunciate (come quella di Casal Boccone), liste d’attesa interminabili e mancanza di controlli: questi i maggiori problemi delle Case di Riposo Laziali. Per non parlare poi delle infrazioni normative, le carenze strutturali, l’eccessivo numero degli anziani ospitati, l’inidoneità delle condizioni di sicurezza, la somministrazione di alimenti e farmaci scaduti o non correttamente conservati, le attività infermieristiche effettuate da soggetti privi del relativo titolo.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel Lazio ci sono solamente 36 strutture pubbliche attive, con 1.491 posti letto (sono invece 323 quelle in Piemeonte, 245 in Emilia Romagna, 187 in Lombardia), oltre alle 414 strutture miste e private (in totale quindi 450 strutture), che possono ospitare complessivamente circa 9mila anziani.
Secondo la recente indagine Auser, delle 499 strutture residenziali della regione (322 a Roma), circa 50 sono totalmente sconosciute agli uffici pubblici e ai controlli comunali e regionali.
Inoltre è grave è il problema della lentezza dell’applicazione delle norme sull’accreditamento. Sono passati più di dieci anni dall’approvazione delle norme per il regime di accreditamento e autorizzazione, ma ancora oggi in alcune Regioni il processo non è concluso. I dati Auser ci informano che nel dicembre 2010 circa il 63, 3% delle residenze per anziani era definitivamente accreditato, rilevando una forte variabilità territoriale: nel nord-ovest raggiungeva l′89,5%, nel mezzogiorno il 71,7%, nell′Italia insulare 55,8%, nel nord-est scendeva al 14,7%, fino al bassissimo 7,2% del centro.
Anche le lunghe liste d’attesa costituiscono una situazione insostenibile: sono ben 280 gli anziani che aspettano di entrare in una casa di riposo del Comune di Roma. Spesso, poi, le strutture sono situate in zone molto periferiche delle città e presentano delle rette che, all’interno delle strutture private, possono arrivare fino ai 4mila euro al mese.
Ma i problemi sono stati riscontrati anche nel resto della Penisola, in seguito ai controlli effettuati dai carabinieri del Nas, infatti, sono state sequestrate 16 strutture e centinaia di confezioni di farmaci scaduti. Sulle 863 strutture controllate quelle non in regola sono ben 238. In totale, i militari hanno rilevato 371 infrazioni, segnalando alle autorità giudiziarie, sanitarie e amministrative, 293 persone.
“Siamo sconcertati- commenta il Segretario Nazionale del Codici, Ivano Giacomelli - per la gravità della condizione in cui versa un così altro numero di anziani. Per questo motivo l’Associazione si rende disponibile ad accogliere le denuncie di tutte le persone che hanno registrato disagi e malfunzionamenti di tali strutture, impegnandosi con tutti i mezzi a disposizione a far luce su tutti gli elementi che ad oggi risultano legalmente poco chiari”.