Codici: arresto per estorsione a Roma, in aula al fianco delle vittime

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Dall'ufficio Stampa di Codici

Codici: arresto per estorsione a Roma, in aula al fianco delle vittime

Codici: arresto per estorsione a Roma, in aula al fianco delle vittime

L’associazione Codici è pronta a fornire assistenza legale alle vittime del 50enne romano finito agli arresti domiciliari al termine delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Roma e coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma.

L'importanza di denunciare

L’uomo è accusato di estorsione reiterata ed è protagonista di una vicenda dai contorni inquietanti, considerando che le persone coinvolte sono un migliaio e tutto ha avuto inizio nel 2018 (qui il video dell'operazione della Gdf). “Grazie al coraggio di una delle vittime, che ha trovato la forza di denunciare – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – è stato possibile portare alla luce una storia terribile, un incubo durato anni. Come associazione siamo da sempre impegnati nella battaglia per la legalità e siamo pronti a fare la nostra parte anche in questa vicenda, fornendo assistenza alle vittime, rappresentandole in aula”.

Le indagini

Le investigazioni, condotte dal 6° Nucleo Operativo Metropolitano e sviluppatesi attraverso perquisizioni, analisi delle movimentazioni bancarie e indagini tecniche, hanno fatto emergere, come spiegano le Fiamme Gialle (qui la nota stampa), l’esistenza di uno “spaccato criminale” ormai consolidato e diffuso, gestito dall’indagato, che vedeva i tassisti, soci–lavoratori di numerose cooperative di taxi e Ncc, costretti a sottostare a regole economiche estremamente vessatorie pur di mantenere il posto di lavoro. Per perseguire tale finalità, l’indagato minacciava le vittime di licenziamento o di privarle, in caso di recesso dalle società, delle autovetture utilizzate per l’attività lavorativa, ovvero di promuovere azione legali pretestuose per asseriti crediti delle cooperative, così costringendoli a restare “incatenati” alle medesime sottoponendoli, approfittando del loro stato di bisogno, a condizioni di sfruttamento.

Il lockdown

L’uomo, amministratore di 21 cooperative di taxi e Ncc nella capitale composte da circa 1.000 lavoratori, secondo l’accusa estorceva denaro su tutto, dai contributi all’affitto dei mezzi, dai buoni pasto. Non solo. Dagli accertamenti è infatti emerso che persino durante il periodo pandemico (in particolare nel corso del primo lockdown) l’indagato ha continuato a pretendere dai soci il pagamento delle somme pattuite nonostante l’I.N.P.S. avesse riconosciuto ed erogato alle società il fondo di integrazione salariale e malgrado lo stesso non avesse provveduto a distribuirlo. Sulla base di quanto scoperto dalle Fiamme Gialle, le cooperative sono state poste in liquidazione dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha nominato dei commissari liquidatori.

Incubo finito, ora giustizia

L’incubo, come detto, è iniziato nell’estate 2018 ed è stato ora interrotto grazie all’arresto eseguito dalla Guardia di Finanza. Adesso per le vittime si apre una nuova fase, in cui si aspettano venga fatta giustizia, permettendogli di rientrare in possesso delle somme indebitamente sottratte dall’amministratore delle cooperative. Un percorso in cui possono contare sull’assistenza legale di Codici, pronta a difendere in aula tassisti e autisti Ncc. È possibile mettersi in contatto con l’associazione telefonando al numero 06.55.71.996 oppure scrivendo all’indirizzo email This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it..