Anomalie bancarie
Anomalie bancarie

Anomalie bancarie

Come riconoscere e come difendersi dalle anomalie bancarie.

Cosa sono e cosa provocano

La mancata osservazione di una legge o una interpretazione sbagliata. È così che nascono le anomalie bancarie, inconvenienti dalle conseguenze importanti per quei consumatori che, ad esempio, sottoscrivono un mutuo o un prestito con un istituto. Le anomalie bancarie possono generare ammanchi sul conto corrente inaspettati e di varie entità. Quando sono consistenti, è più facile individuarli, quando invece sono piccoli, è più complicato notarli, saltano fuori dopo alcuni mesi, quando la somma nel frattempo è cresciuta. Tra le anomalie bancarie più diffuse c’è il calcolo errato del debito maturato da un correntista.

Cosa succede in questi casi? A volte le banche adottano azioni per recuperare più soldi di quanto dovuto, in altri il tasso di interesse passivo viene alzato. Un’altra situazione da tenere in considerazione è quella dell’anatocismo. Parliamo del calcolo di interessi su interessi già maturati ignorando quanto disposto dalla legge ed i limiti che non possono essere superati per la richiesta di ulteriori somme a copertura del debito. Le problematiche e le insidie, come si vede, sono tante. Spesso sono questioni quasi da addetti ai lavori ed anche per questo sono tanti i consumatori che si ritrovano in difficoltà, improvvisamente e inconsapevolmente. È per questo che è opportuno seguire alcuni accorgimenti per evitare problemi.

Il primo passo da compiere per tutelarsi è quello di verificare con attenzione il contratto proposto. Non sempre le condizioni sono di facile comprensione, quindi può essere utile rivolgersi ad un esperto. Da un’analisi della documentazione informativa è possibile, infatti, fare chiarezza sulle rate da pagare, le spese accessorie da sostenere, i costi variabili e potenziali. Una verifica del genere permette di avere un quadro preciso della situazione, il che significa evitare brutte sorprese e spiacevoli inconvenienti nei mesi successivi, ritrovandosi così da un prestito o un mutuo all’apparenza vantaggiosi a un contratto difficile da rispettare, se non addirittura viziato da irregolarità.

Mutui e finanziamenti con sorpresa

Chiedi un finanziamento, ti ritrovi con una polizza assicurativa. Succede anche questo ai consumatori e, purtroppo, quella che all’apparenza sembra un’opportunità, a volte si trasforma in un costo aggiuntivo. Al momento di richiedere un finanziamento, così come un mutuo, scatta un onere assicurativo. Si tratta, in molti casi, di una polizza assicurativa obbligatoria, che tutela il finanziatore nel caso in cui il debitore non sia più in grado di saldare il debito. Sono polizze che riguardano, ad esempio, la perdita del lavoro o l’invalidità del debitore. Come al solito, l’attenzione rivolta a tutelare il finanziatore non è la stessa che riguarda il consumatore, lasciato spesso all’oscuro o non del tutto supportato per comprendere con esattezza il prodotto che si ha di fronte. Gli oneri assicurativi possono essere inclusi nel piano di ammortamento del finanziamento o essere pagati come una somma unica al momento della stipula del contratto.

Non sempre le cifre sono illustrate in maniera chiara al cliente ed è così che questi oneri assicurativi possono trasformarsi in un fardello per il consumatore. Parliamo di costi aggiuntivi che possono incidere pesantemente sul costo totale del finanziamento. È così che emergono costi nascosti per spese istruttorie o commissioni, si scoprono variazioni delle condizioni contrattuali stipulate nel corso del tempo ovviamente svantaggiose, ci si accorge che la polizza è praticamente inutile perché copre eventi irrealizzabili o perché è uguale ad un’altra già sottoscritta. Questi sono solo alcuni casi per cui invitiamo a prestare attenzione a cosa si firma e per cui poi interveniamo per aiutare i consumatori a risolvere la propria situazione.

Prestiti, condizioni e tassi

Sempre più consumatori scelgono la strada del prestito per fare un acquisto. In alcuni casi, più frequenti di quanto si possa immaginare, quando il consumatore va in banca per richiedere un prestito personale, viene invitato a rivolgersi ad una finanziaria, che spesso fa parte del gruppo a cui appartiene l’istituto. Il motivo di questa procedura all’apparenza bizzarra è molto semplice ed è legato al fatto che, a differenza delle banche, le finanziarie concedono prestiti a tassi più alti e questo è un vantaggio per gli istituti. I consumatori, dal canto loro, spinti dal parere della banca, di cui naturalmente si fidano, vengono colpiti in maniera positiva dalla disponibilità della finanziaria a concedere il prestito e non prestano particolare attenzione alle condizioni. Ed è qui che nascono i problemi.

Le condizioni della finanziaria sono vantaggiose solo all’apparenza. Se è vero che la concessione del prestito è praticamente automatica, in quanto spesso l’unico requisito è non essere segnalato in Centrale Rischi, bisogna sottolineare che i tassi applicati a volte sono molto alti. Tradotto, se avere soldi inizialmente è facile, restituirli può diventare complicato. È così che si arriva a situazioni difficili per il consumatore, che non riesce a far fronte ai pagamenti e, in alcuni casi, finisce in Centrale Rischi e può anche arrivare al sovraindebitamento.

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