Acqua inquinata a Terni, Longarini: servono più controlli

Tutte le ultime notizie

Dall'ufficio Stampa di Codici

Allarme acqua inquinata, Longarini: controlli anche a Terni

Allarme acqua inquinata, Longarini: controlli anche a Terni

Verificare se in settori delicati come ospedali e case di cura sia posta la dovuta attenzione ai sistemi di trattamento dell’acqua potabile.

È la richiesta che Codici Terni ha inoltrato a Regione ed Auri, l'autorità regionale per i rifiuti ed il servizio idrico, per avere chiarimenti sui valori dell’acqua di rete nell’intera regione, soprattutto dopo il Poe, ossia dopo il contatore principale.

L'incubo del Veneto

“Sembrerebbe essere stato confermato che la triste vicenda delle morti nel reparto di neonatologia in Veneto - dichiara Massimo Longarini, Segretario di Codici Umbria - sia da attribuire alla presenza di colonie di Citrobacter nell’acqua potabile utilizzata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Borgo di Trento in provincia di Verona. Prendiamo le mosse da questi tragici eventi, ma non possiamo non tener conto anche delle indagini in corso della procura della Repubblica di Terni”.

I dubbi sul conteggio delle colonie di coliformi totali

“Le massime autorità regionali vengono inoltre interpellate affinché chiariscano se è vero che il conteggio delle colonie di coliformi totali, come previsto dal DL 31/2001, non ha lo scopo di individuare ceppi batterici potenzialmente pericolosi, ma indica, se i valori sono positivi, la contaminazione con materiale estraneo e la presenza di biofilm. È un parametro indicatore del cattivo stato della rete distributiva nel suo complesso. E se persiste dopo una sanificazione, il valore indica una manutenzione insufficiente”.

Il pericolo Citrobacter

“La ricerca dell’Escherichia Coli - dichiara Longarini a Terni Today - purtroppo non intercetta direttamente la presenza del Citrobacter, ma funge da indicatore di un inquinamento recente da materiale organico di animali a sangue caldo. È un parametro pesante in quanto indicatore di un possibile più ampio inquinamento di carattere batterico e virale e quindi potenzialmente patogeno”.

Strutture delicate

“Alla luce di ciò – conclude la nota di Codici Umbria - chiediamo se in settori delicati, quali ad esempio le case di cura o gli ospedali, sia posta la dovuta attenzione ai sistemi di trattamento dell’acqua potabile così da ridurre e non amplificare il rischio di epidemie idrodiffuse. Esempio, se il sistema di filtrazione non prevede un dispositivo di abbattimento della carica batterica, la rimozione del cloro, facilità la crescita e lo sviluppo di colonie batteriche potenzialmente pericolose”.