Confermato l’avvocato Ivano Giacomelli alla guida del Codici

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Dall'ufficio Stampa di Codici

Confermato l’avvocato Ivano Giacomelli alla guida del Codici

Confermato l’avvocato Ivano Giacomelli alla guida del Codici

Si è svolto questa mattina il Congresso Nazionale dell'associazione Codici.

Un'assemblea particolare, che ha visto le delegazioni regionali collegarsi via Skype a causa delle note restrizioni dovute all'emergenza Coronavirus. Una distanza che non ha però inciso sull'andamento dei lavori, caratterizzati da un ampio dibattito, con tutti gli intervenuti concordi sulla necessità di difendere i diritti sociali ed i nuovi diritti. I lavori sono culminati con l'approvazione del documento programmatico indicato dal Segretario, dei nuovi organi statuari e del nuovo logo dell'associazione. Il Congresso ha confermato l'avvocato Ivano Giacomelli alla guida della storica associazione dei consumatori.

"Mi preme innanzitutto rivolgere un ringraziamento ai delegati per la fiducia che mi hanno accordato con il loro voto", le prime parole del Segretario Nazionale di Codici dopo la rielezione. "Abbiamo di fronte sfide difficili – ha aggiunto l'avvocato Giacomelli – un lavoro molto duro. Prevediamo, infatti, una riduzione delle tutele delle famiglie, dei consumatori e delle piccole imprese. Per questo Codici punterà la sua azione sul rafforzamento della presenza sul territorio dei propri Sportelli, che diventeranno baluardi di legalità anche contro le derive autoritarie dei poteri dello Stato, che in questa grave situazione di crisi sembrano aver perso la bussola della Costituzione, improvvisandosi all'occasione".

Un'azione di tutela e di controllo, fatta anche di proposte, come quelle avanzate al Governo con una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, partendo dall'analisi della gravissima situazione attuale.

"Se manteniamo gli attuali modelli economici e sociali – afferma il Segretario Nazionale di Codici, Ivano Giacomelli – l'Italia non supererà la crisi. Il prossimo futuro non è roseo, sotto vari profili. Le stime prevedono che il Pil (reale) quest'anno diminuirà del 9,5%. Per il 2020 l'Italia farà registrare la peggiore caduta del Prodotto interno lordo dopo la Grecia (-9,7%), accumulando ulteriore ritardo nei confronti dei principali partner: Germania (-6,5%), Francia (-8,2%). L'Italia registrerà un disavanzo primario (differenza tra entrate e spesa pubblica) del -7,4% nel 2020 e del -2,1% nel 2021, e una spesa per interessi elevata (3,7% nel 2020 e 3,6% nel 2021, i valori più alti dell'eurozona), con la conseguenza che l'indebitamento nel 2020 sarà di 11,1% del Pil, più alto delle stime governative. Il debito pubblico si alzerà al 158,9% rispetto al Pil alla fine di quest'anno, con un aumento di quasi 25 punti, ma è destinato ad aumentare al 165,7% con le nuove misure in corso di approvazione. Le cose non andranno meglio neanche nei prossimi anni, quando il debito pubblico italiano faticherà a scendere sotto il 145%. Con queste premesse, il Paese non uscirà dalla crisi. L'azione di Governo è totalmente assente sul piano dei diritti e delle tutele del singolo, lasciando scoperti ampi settori della società. Il nuovo consumatore è un soggetto post crisi che scopre che le antiche prerogative non ci sono, i servizi alla persona sono un privilegio, le certezze di un tempo sono i nuovi bisogni, scopre di essere senza protezione".

Da questo quadro nasce la proposta politica di Codici per uscire dalla crisi tutelando il cittadino.

"Ciò che emerge con grande evidenza – afferma il Segretario Nazionale di Codici, Ivano Giacomelli – è la mancanza di attenzione delle scelte di Governo a tutela del consumatore, che rimane ancora una volta esposto senza difese. Emblematica è la mancanza di previsione di slittamento di rate di mutui o prestiti, lasciando alle società private la discrezionalità sul concederle o meno. Ci vogliono scelte chiare a protezione del tessuto economico, rappresentato non dall'impresa ma dal consumatore che spende. Famiglie e imprese avranno una forte contrazione del reddito e le scadenze in corso manderanno il sistema in sovraindebitamento. Non è sufficiente una manovra deflattiva delle spese, è assolutamente necessario immettere liquidità nel sistema. Il 95% del denaro circolante è generato tramite l'emissione di credito da parte delle banche private, che a sua volta genera un debito superiore a causa degli interessi applicati. Si dovrà quindi prevedere un periodo di tassi agevolati anche in vista delle operazioni che in tal senso saranno poste dalla BCE, come ampiamente annunciato. La riduzione della pressione fiscale appare ineludibile, anche se in questo momento potrebbe sembrare una contraddizione visto l'aumento del debito pubblico. Ma una sana politica economica dovrebbe prevedere un'espansione della produzione e del PIL con la conseguenza di far crescere il gettito fiscale. È altresì evidente che la lotta all'evasione fiscale diventa centrale nel sistema, ma questa deve essere orientata verso i grandi evasori e non nei confronti di inermi cittadini già pesantemente vessati. Nel medio e lungo termine va promossa e lanciata una riconversione industriale attraverso una riqualificazione della spesa pubblica ed il rilancio di investimenti pubblici in settori di servizio, quali istruzione, ambiente, agricoltura, sanità, servizi sociali, trasporti, alta tecnologia. Tali servizi creano reddito indiretto alle famiglie, che, avendo un'adeguata copertura sociale, possono investire nel proprio tempo le risorse. Il tessuto economico del Paese è fatto da terziario, autonomi e PMI. Dovranno essere previsti interventi specifici a favore di questi settori con una riduzione della burocrazia e incentivi al credito agevolato. Perno centrale di questa azione è riportare il debito pubblico in tasca ai cittadini. Gli italiani notoriamente hanno una propensione al risparmio e in questo momento possono finanziare il debito con titoli di Stato remunerativi che creano a loro volta ricchezza alle famiglie che possono utilizzare nei consumi".