Miele contraffatto dalla Cina, come riconoscerlo

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Dall'ufficio Stampa di Codici

Il miele contraffatto invade l'Italia

Il miele contraffatto invade l'Italia

Sono sempre più frequenti i casi di contraffazione in campo alimentare.

Sugli scaffali dei supermercati si trovano tanti prodotti reclamizzati di alta qualità, ma che in realtà, dietro le etichette, nascondono una serie di operazioni che mirano a tutto tranne che ad offrire al consumatore un prodotto di livello.

Tra gli alimenti vittime della contraffazione c'è anche il miele. Un prodotto che vanta proprietà importanti, come quelle antibatteriche, antivirali e antimicotiche, che però vengono perse durante processi che ne alterano la qualità.

Secondo le analisi degli esperti, si possono registrare adulterazioni che arrivano fino anche al 40%, che possono sfuggire a controlli non approfonditi. L'adulterazione consiste nell'aggiungere sciroppo, ma per tagliare il miele vengono utilizzati anche mais, glucosio, fruttosio e riso. Se per un esperto il sapore del miele adulterato è diverso da quello di un miele puro, per un consumatore normale invece non c'è praticamente differenza.

La minaccia principale per il miele arriva dalla Cina. Il prodotto viene venduto ad un terzo di quello europeo, sfruttando anche le maglie larghe delle normative. Sulle etichette, ad esempio, è richiesta solo l'indicazione di Comunitario o Extracomunitario, mentre in Italia devono essere specificati tutti i Paesi di provenienza. La legge, però, non precisa l'ordine degli Stati da cui arriva il miele e nemmeno quanto i singoli Paesi ne producano, limitando quindi gli effetti della normativa.

“Il risultato – sottolinea l'Associazione Codici – è che il consumatore potrebbe acquistare un miele all'apparenza italiano, ma che in realtà è cinese. Questo significa che le proprietà che magari vengono reclamizzate sulle etichette, non si trovano poi all'interno del barattolo. È solo pubblicità ingannevole. Non sappiamo da dove arriva il miele e questo è un danno anche per gli apicoltori italiani, che devono fare i conti con una concorrenza sleale, sempre più agguerrita e spietata”.

Ci sono quattro modi per capire se un miele è puro o no. Non si tratta di test da laboratorio, ma di semplici prove che possiamo fare a casa.

Test del pollice: metti una goccia di miele sul pollice. Se gocciola o cade da un lato, il miele non è puro. Se rimane intatta, lo è.

Test dell'acqua: riempi un bicchiere d'acqua e versaci un cucchiaio di miele. Il miele puro rimarrà praticamente intatto e si depositerà sul fondo, mentre il miele alterato si dissolverà.

Test della dispensa: il miele puro cristallizza nel tempo e alle basse temperature, se invece è stato alterato continuerà ad essere liquido, non importa quanto tempo rimane in dispensa. Fa eccezione il miele di acacia, l'unico a non subire il processo di cristallizzazione.

Test del fuoco: immergi un pezzetto di ovatta in un po’ di miele e poi mettilo a contatto con una fiamma. Il miele naturale si accenderà facilmente e la fiamma lo brucerà, quello falso invece non si accenderà, a causa dell'umidità che contiene.

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