Lo schema Ponzi

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Dall'ufficio Stampa di Codici

Lo schema Ponzi

Lo schema Ponzi

È una delle truffe più note e, nonostante risalga a decine di anni fa, è ancora attualissima: lo schema Ponzi.

Come nasce lo schema Ponzi

Le origini dello schema Ponzi risalgono al 1903, anno in cui Carlo Ponzi migrò negli Stati Uniti e iniziò ad attuare una serie di piccole truffe. Sfruttò a suo vantaggio la differenza di valore, tra un Paese e l'altro, dei buoni postali di risposta internazionale. Infatti, in quegli anni le lettere per l’estero includevano una sorta di buono spendibile per l’acquisto di un francobollo che veniva utilizzato per la risposta. Il costo dei buoni variava a seconda del Paese, ma il controvalore dei francobolli era il medesimo dappertutto. Attraverso una rete di contatti in Italia, si mise a raccogliere i buoni che gli immigrati inviavano ai loro parenti e li rivendeva sul mercato americano. 40.000 furono le persone coinvolse nella truffa, che fruttarono a Ponzi oltre 15 milioni. Clarence Blarron, editore del Wall Street Journal, scoprì la frode calcolando che Ponzi avrebbe dovuto vendere 160 milioni di coupon al fine di raccogliere il denaro per garantire i guadagni promessi. Ma questo era impossibile, in quanto all’epoca esistevano solamente 27.000 coupon postali in circolazione nel mondo.

Le vendite piramidali

Come spiegato anche dalla Consob, lo schema Ponzi è in altre parole una specie di catena di Sant'Antonio. Il meccanismo è semplice: vengono promessi interessi molto elevati, pagati agli "investitori" mediante il denaro apportato dai nuovi soggetti che hanno aderito successivamente allo schema. Quando il denaro in entrata non riesce più a coprire gli interessi promessi a coloro che già sono coinvolti nello schema, il circuito si blocca ed emerge il raggiro. Il campanello d'allarme scatta quando si registrano problemi nel pagare le somme a chi ne ha diritto. A volte è troppo tardi per intervenire, perché chi ha orchestrato la truffa è già sparito oppure ha fatto sparire i soldi.

Le principali caratteristiche dello schema Ponzi

La Consob riassume in maniera efficace le principali caratteristiche dello schema Ponzi. Eccole di seguito elencate:

  • la prospettata possibilità di realizzare ingenti guadagni in poco tempo e con poco rischio, grazie all'operato di un "mago della finanza";
  • una documentazione fumosa, parzialmente coperta da segreto o caratterizzata da investimenti speculativi genericamente qualificati come di "alta finanza";
  • un insieme di partecipanti non competenti in materia finanziaria o che hanno riposto una grande fiducia personale nell'organizzatore del sistema;
  • un'attività di investimento legata ad un solo promotore o azienda o prodotto;
  • una elevatissima rischiosità che cresce con l'aumentare dei partecipanti e non viene, però, normalmente percepita da chi ha aderito allo schema: la remunerazione regolarmente ricevuta nei primi tempi induce, infatti, a pensare che la partecipazione allo schema sia una seria e solida opportunità di investimento.

L'evoluzione dello schema

Siano passati anni, lo schema Ponzi è ancora un metodo fraudolento molto utilizzato nella realizzazione di truffe. Fabio Panetta, membro dell’Executive Board dell’European Central Bank, sostiene che vi sia una similitudine tra il sistema delle criptovalute e lo schema Ponzi. "I crypto asset stanno portando instabilità e insicurezza, creando un nuovo Far West", ha detto durante un intervento alla Columbia University. "Come in uno schema Ponzi, queste dinamiche possono continuare solo fino a quando un numero crescente di investitori crederà che i prezzi continueranno a crescere e che ci possa essere un valore fiat non supportato da alcun flusso di entrate o garanzie. Finché l'entusiasmo non svanisce e la bolla scoppia".

Il sistema crypto

Nel mondo crypto vengono offerti strumenti per il trading, che si basano sulla pura compravendita di criptomonete che permettono di andare a leverage. In sostanza si prende in prestito una parte del capitale per finanziare le operazioni di compravendita, mettendo così a garanzia un ammontare iniziale. Questo processo permette di guadagnare o di perdere un ammontare di capitale spesso ben più elevato di quello di cui si dispone inizialmente. Per ampliare i guadagni o le perdite legate alle variazioni di prezzo delle criptovalute, non è necessario aprire portafogli virtuali o accounts presso cripto exchanges. Infatti, alcuni mercati tradizionali consentono già di acquistare dei titoli finanziari i cui rendimenti sono costruiti come multipli dei cambiamenti giornalieri di indici di criptovalute. Un motivo in più per fare attenzione quando ci si imbatte in una piattaforma che propone investimenti in cryptovalute e propone guadagni importanti e facili.