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Dall'ufficio Stampa di Codici

Codici: sanità pubblica inaccessibile per la metà degli italiani

Codici: sanità pubblica inaccessibile per la metà degli italiani

È impietoso il quadro della Sanità che emerge dal Rapporto Pit Salute e dal Rapporto Censis, presentati nei giorni scorsi. Dagli studi effettuati emerge che metà degli italiani non riescono ad accedere ai servizi e molti si sentono soli.

Iniziamo dal 21esimo Rapporto Pit Salute. Nel 2017 il 56% degli italiani non è riuscito a curarsi nelle strutture pubbliche, con un aumento del 2% rispetto all'anno precedente. Da qui nasce un'insoddisfazione diffusa sui servizi offerti dalla Sanità Pubblica, soprattutto per quanto riguarda i tempi per le liste di attesa. Anche qui segnalazioni in aumento, con un passaggio dal 54,1% al 56%. Sotto accusa soprattutto l'attesa per le visite specialistiche.

“Purtroppo abbiamo di fronte dati negativi che aumentano costantemente – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – non c'è un'inversione di tendenza, ma una lenta caduta che rischia di portare la Sanità ad un punto di non ritorno”.

Come se non bastasse l'attesa, ad incidere negativamente ci sono anche i costi previsti per le cure. Le segnalazioni per l'acquisto di farmaci sono aumentate dal 19,4% al 23,8%, mentre quelle per le prestazioni sanitarie sono passate dal 13% al 14,6%.

Numeri che si ritrovano nel 52esimo Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese. Tre le criticità: offerta del territorio di appartenenza, condizione socio-economica ed età delle persone. Il 54,7% degli italiani pensa che le persone non abbiano le stesse opportunità di diagnosi e cure. Da qui la bocciatura del servizio sanitario offerto dalla propria Regione, con una media del 62,3% che sfiora l'80% al Nord-Est.

“Non c'è fiducia nella Sanità Pubblica – afferma il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – i cittadini si sentono soli, faticano ad accedere ai servizi e chi ci riesce deve fare i conti con attese estenuanti o costi difficili da sostenere. I dati raccolti in questi rapporti devono essere la base di partenza per rivedere un sistema allo sbando”.