Policlinico Gemelli, il caso dell'infermiera con la tubercolosi

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Dall'ufficio Stampa di Codici

Policlinico Gemelli, il caso dell'infermiera con la tubercolosi

Policlinico Gemelli, il caso dell'infermiera con la tubercolosi

Il caso, scoppiato giorni fa, dell’infermiera con la tubercolosi aveva già fatto molto parlare di sé.

La vicenda ha richiesto controlli su ben 1.271 neonati venuti al mondo al Gemelli tra marzo e luglio: i risultati hanno decretato il possibile contagio per una bambina di cinque mesi.Ancora un altro episodio, quindi, di negligenza e mancanza di adeguati controlli. Può capitare infatti che un’infermiera contragga una malattia, ma arrivare al possibile contagio dei pazienti della struttura significa che non si garantisce la sicurezza sanitaria che l’ambiente dovrebbe assicurare senza riserve. 

La vicenda rimanda chiaramente al tragico caso dell’Aurelia Hospital (la cui Asl di riferimento è la stessa Rm E), paragonabile ad un’epidemia che ha visto la morte di ben 26 persone. Sono 80, infatti, i pazienti risultati positivi al batterio acinetobacter baumannii e dopo più due anni ancora non sono state accertate le responsabilità.Il problema, purtroppo, riguarda in generale i servizi ospedalieri che le Asl sembrano non essere in grado di assicurare nel migliore dei modi. Non ci sono infatti reali controlli, non vengono applicate le normative sulla sicurezza sanitaria. 

“Come sfortunatamente abbiamo constatato ultimamente – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale del Codici - le conseguenze di questa situazione di grave inefficienza, possono essere anche molto rilevanti. Per questo motivo, se emergeranno responsabilità circa l’accaduto, l’associazione provvederà ad avviare un’azione legale per punire chi non ha fatto valere le norme di sicurezza, mettendo così a rischio la salute dei cittadini”.