Oltre tremila famiglie rischiano lo sfratto per mancato pagamento del canone pattuito

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Dall'ufficio Stampa di Codici

Oltre tremila famiglie rischiano lo sfratto per mancato pagamento del canone pattuito

Oltre tremila famiglie rischiano lo sfratto per mancato pagamento del canone pattuito

I tempi d’oro sono ormai finiti così come sono finiti i tempi in cui le famiglie riuscivano a mettere più di un soldino nel salvadanaio.

Oggi, tutto ciò sembra essere un’impresa al quanto ardua: bollette, fitto, mutuo, assicurazione, spese mediche, spesa alimentare che, nella maggior parte dei casi, non permettono di vivere serenamente.
L’indagine dell’Ufficio statistico del Ministero dell'Interno rende più esplicita una situazione già così evidente: in Puglia oltre tremila famiglie sono sfrattate. La causa? Per morosità! Sempre più famiglie, cioè, non riescono a pagare il canone pattuito e per questo si procede, legalmente, alla risoluzione del contratto.
In Puglia, nel 2010, gli sfratti esecutivi sono stati precisamente 3707. In pole position si trova Foggia con 1864 sfratti, 943 a Lecce, 535 a Bari, 283 a Brindisi ed infine 82 a Taranto.
Secondo l’Osservatorio Immobiliare Codici,  il pericolo di incorrere in questa situazione è ancor più presente in famiglie  monoreddito, cioè dove è solo una persona a lavorare. I fitti hanno i loro costi: si va da un minimo di circa 400 € al mese a salire. Il numero di vani, la posizione, la presenza o meno dell’ascensore sono i caratteri che maggiormente differenziano i prezzi degli appartamenti. Si consideri infatti che da uno stipendio di circa 1100 – 1200 € occorre pagare il fitto , le utenze e fare la spesa alimentare. Fronteggiare qualsiasi altra spesa , dall’assicurazione dell’auto ad una visita medica, è orami un lusso in quanto qualsiasi uscita extra può essere causa di disagio e fonte di debiti. Sempre più famigli e, infatti,  ricorrono a carte revolving, prestiti e per chi non può accedervi si arrivare ad esser vittime di usurai in cerca di soldi.
C’è un serio rischio di fallimento delle famiglie italiane, occorre trovare una soluzione concreta e pertanto Codici si rivolge al Governo e alle Istituzioni regionali affinché si agisca piuttosto che “parlare” semplicemente.