Fci: i dati dei consumatori non sono merce di scambio

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Dall'ufficio Stampa di Codici

Fci: i dati dei consumatori non sono merce di scambio

Fci: i dati dei consumatori non sono merce di scambio

Un esposto cautelativo all’Autorità per la protezione dei dati personali ed all’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni.

È quanto presentato dalle associazioni dei consumatori Codici, Aeci, Aiace, Konsumer Italia e Assoconfam, che hanno deciso di prendere una posizione forte sul trattamento dei dati dei consumatori nell’ambito delle sottoscrizioni di polizze assicurative.

I dati dei consumatori come merce di scambio

“Oggi i dati personali sono sottoposti ad una vera e propria attività di vendita e scambio per fini commerciali – sostengono Codici, Aeci, Aiace, Konsumer Italia e Assoconfam – basti pensare ai milioni di dati oggi in pancia ai comparatori internet ed al loro valore sul mercato. Ci opponiamo con forza ad una diffusione indiscriminata di questi dati, non necessari alla conclusione di un contratto di assicurazioni. Vogliamo evitare che nel marasma del telemarketing finisca anche l’approvvigionamento da parte delle imprese di assicurazioni. Se poi la cessione dei dati fosse legata a benefit economici, allora saremmo in presenza di un vero e proprio superamento del concetto di proprietà del dato in cui un titolare del trattamento ne dispone come se il dato fosse il suo. Questo non è accettabile, il consumatore non può essere trattato come merce di scambio”.

Le insidie nascoste nei contratti

L’intervento prende le mosse anche dalla presenza della Federazione Consumatori Italiana ad una trattativa per l’accordo dati tra un gruppo di agenti ed un’impresa assicuratrice. “È stato illuminante – spiegano dalla Fci – perché sono emerse tutte le insidie legate alla stipula di una polizza assicurativa. Il consumatore si vede spesso chiedere dati che non sono necessari per la sottoscrizione del contratto. Spesso restano nella disponibilità dell’agenzia o del portale internet dove si è sottoscritto il contratto, ma possono anche essere ceduti a terzi e questo non è un dettaglio, visto che parliamo di dati di proprietà del consumatore, che di fatto ne perde il controllo e non sa chi li acquisisce, a quali condizioni e per quali fini. Nella trattativa che abbiamo seguito i dati sono rimasti di proprietà del consumatore e ci fa piacere pensare che sia accaduto anche grazie alla nostra presenza, ma ci chiediamo cosa succede quando il consumatore è solo. Per questo riteniamo necessario l’intervento delle autorità”.